Una delle cose più importanti di una buona brand identity è la scelta dei font.
Spesso si pensa a loro solo in un secondo momento, quando parte della brand identity è già stata definita: in realtà sarebbe opportuno “riabilitarli” dandogli l’importanza che meritano, dato che ci possono essere di gran aiuto già in definizione del mood del progetto (ad esempio mentre lavoriamo alla moodboard).
Se ci soffermiamo invece sul legame tra tipografia e siti web, è bene ricordare quanto segue: i visitatori che entrano in una pagina del nostro sito, sono di solito alla ricerca di una particolare informazione. È nostro compito, come designer, riuscire a mettere a disposizione i contenuti in modo che siano il più fruibili possibili: è anche un gran atto di cortesia che compiamo nei confronti di chi decide di avventurarsi nella lettura di un nostro contenuto.
Tipologie di caratteri tipografici
Serif
Nei caratteri serif, ogni lettera inizia e termina con una grazia, cioè un piccolo tratto decorativo che si estende oltre la lettera. Sono usati dalla notte dei tempi: prova a sfogliare un libro, una rivista, un quotidiano e a osservare: che tipo di carattere usano? 9 volte su 10 è un serif. Viene scelto per la stampa perché aumenta la leggibilità dei testi.
I caratteri serif sono senza tempo: morbidi ed eleganti, perfetti per progetti editoriali o dedicati a un target femminile.
Ma nel web tutto cambia…
Sans-Serif
Se, abbiamo visto, la carta stampata predilige caratteri graziati, il web (ma in generale, tutto ciò che appare a video) preferisce i sans serif (o bastoni).
La motivazione è da ritrovare nella scarsa leggibilità di un carattere graziato a video: le lettere appaiono più piccole, perché vengono usati più pixel per riempire lo spazio delle grazie. I sans serif sono invece ben leggibili da monitor (pensa all’Arial, per esempio) e per questo sono così usati sul web.
L’unico font graziato creato appositamente per risultare ben leggibile anche su qualsiasi monitor è il Georgia.
I caratteri sans-serif sono moderni, minimal, puliti e geometrici. Sono perfetti per qualsiasi progetto destinato a svilupparsi soprattutto online.
Ci sono poi font che non fanno parte di nessuna delle due tipologie elencate sopra. Vediamoli insieme.
Script
I caratteri script danno a un progetto un tocco personale: ne fanno parte i font calligrafici e quelli che simulano la scrittura a mano (li vediamo subito sotto). Sono perfetti per inviti a nozze e biglietti di auguri.
Calligraphy
Questi caratteri molto popolari simulano la scrittura calligrafica. Sono molto eleganti e in grado di dare un tocco unico e distintivo a un lavoro: di contro vanno utilizzati con parsimonia, perché rendono difficile la lettura. Usali solo per i titoli o quando desideri dare enfasi a un breve testo.
Hand-written
Si differenziano dai caratteri calligrafici in quanto gli handwritten simulano una vera e propria scrittura a mano e per questo risultano più informali. Anche in questo caso vale il principio della parsimonia: se usati per paragrafi o testi corposi ne inficiano la leggibilità. Io li uso di rado, perché temo sempre l’effetto lezioso: non li uso mai nei siti web, ma dedico loro spazio se devo fare delle grafiche (soprattutto social).
Come scegliere i font giusti per il tuo brand
Ora che abbiamo capito quali sono i principali tipi di caratteri tipografici, chiediamoci: come scelgo quelli in grado di rappresentare al meglio il mio brand?
Crea una solida gerarchia visiva
Prova a guardare i contenuti di una qualsiasi pagina web, focalizzando la tua attenzione sui testi. Dovresti essere in grado di riconoscere subito il titolo della pagina, i sottotitoli e i vari paragrafi che compongono il contenuto. Questo è ciò che dobbiamo ricreare: una solida gerarchia visiva.
Per questo segui la “Regola dei 3”, ovvero non andare oltre i tre font. So che possono sembrare pochi, ma ti assicuro che il risultato sarà ordinato e pulito: io di solito scelgo un font per il logo, uno per i titoli e un altro per i paragrafi. Raramente vado oltre!
È importante destinare un font a se per il logo, dato il suo peso in tutto il processo di brand identity: il logo deve essere in grado di raccontare l’identità di un marchio, per questo è meglio non ripeterne l’utilizzo del carattere per altri elementi come titoli o paragrafi.
Per quanto riguarda invece i titoli, puoi permetterti più libertà: puoi usare caratteri graziati, perché anche se la leggibilità a monitor non è ottimale, i testi sono brevi. Per i paragrafi invece è indispensabile mettere al primo posto la fruizione dei contenuti e un’ottima leggibilità: meglio quindi caratteri bastoni.
Contrasto
Se tutto questo ti sembra limitativo e poco creativo ricorda che puoi sempre giocare con i colori, le dimensioni, le spaziature dei caratteri e i loro stili: MAIUSCOLO, minuscolo, grassetto e corsivo.
Infatti un altro modo per delineare la gerarchia visiva nei testi è quella di giocare con i contrasti usando font wide e condensed, minuscoli e maiuscoli, e scegliendo diverse tipologie di colori (se sei interessato a approfondire l’uso dei colori nel tuo blog puoi leggere questo articolo).
Come combinare i font tra loro?
Il problema che riscontro tra chi è alle prime armi è la difficoltà nel riuscire a combinare i font (in inglese font pairing) tra di loro in maniera pulita, equilibrata ma al tempo stesso creativa. Come si può cioè scegliere font o famiglie di font diverse che stiano bene e si armonizzino tra loro?
Il mio consiglio è sempre quello di puntare sulla semplicità. Infarcire il tuo sito web di tanti caratteri diversi serve solo a disorientare i visitatori (perché viene meno la gerarchia visiva di cui ho scritto sopra) creando confusione e scarsa coerenza visiva.
Un altro consiglio che mi sento di condividere è quello di evitare i caratteri calligrafici e handwritten, perché:
- ne escono di nuovi ogni giorno con il risultato che un carattere che oggi sembra moderno il giorno dopo risulta subito superato;
- come ho già scritto sopra, soprattutto a monitor, risultano di scarsa leggibilità: è davvero impossibile arrivare alla fine di un paragrafo se si utilizza un carattere handwritten o calligrafico. Se proprio non ne possiamo fare a meno scegliamo uno script morbido e pulito, come il Lobster;
- proprio perché vengono usati soprattutto per progetti personali come inviti a un matrimonio, risultano poco professionali, vezzosi e – passatemi il termine – feminine. Quindi sì se il progetto riguarda la brand identity di una fotografa o una grafica di matrimoni, no per (quasi) tutto il resto.
Cerchi una bacheca Pinterest piena di ispirazione? Eccola qui: Fonts Inspiration.
Font Pairing: strumenti e ispirazione
Online esistono tonnellate di siti dedicati alle combinazioni di caratteri tipografici: FontPair è sicuramente uno dei più famosi, ma basta digitare “font pairing” su Google o Pinterest per rimanere a bocca aperta. Il mio sito di riferimento per cercare ispirazione è però, senza ombra di dubbio, TypeWolf (può causare dipendenza, poi non dire che non te l’ho detto!).
Scegliere i font per il tuo brand: infografica e strumenti utili
Di seguito un’infografica (creata nel lontano 2014 e che non ho cuore di cancellare): il comic sans alla fine è chiaramente ironico (ehm!).
Ho trovato un servizio online che ti aiuta a combinare i font, due al massimo, numero sufficiente per un sito. Lo strumento ti dà una serie di coppie di font che stanno bene fra loro.
Come si chiama questo servizio online?
Eccolo 😉
Mi piace “sperimentare” con i font, sopratutto quando scrivo racconti dove a volte ho bisogno di diversificare due linee temporali o magari sostituire la narrazione stessa con l’inserimento di un testo (come potrebbe essere un ipotetico articolo di giornale).
Un po’ di difficoltà nella scelta la risconto in ambito lavorativo, per post “Tecnici” o comunque non personali, che font consigli?
Quale tra quelli con una linea “Moderna e professionale” ?
Moderno e professionale ti direi Museo Slab, che vedi ovunque, e che personalmente mi ha un po’ rotto.
Il mio proferito, forevvaendevva, è il Proxima Nova (semibold soprattutto).
Lo puoi ammirare qui: Proxima Nova
Sì, costa un mutuo ma ne vale la pena. 🙂
Ho trovato molto utile questo tuo post e mi piace moltissimo l’infografica!
Grazie!